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Non
può fermarsi, non sà ancora girare a questa velocità. La
collisione sarebbe stata fatale. E
così i suoi occhi si chiusero. Successe
quella mattina, quando, subito dopo l’alba il gabbiano Jonathan
Livingston si fiondò diretto verso il centro dove lo stormo faceva
colazione, e poi via a 212 miglia all’ora, occhi chiusi, come un
proiettile di vento e di piume. Il
gabbiano Fortunato sorrise sull’accaduto, perché non era morto
nessuno. Quando
Jonathan tornò allo stormo sulla spiaggia, era notte fonda. Era
stanco e stordito. Trovava
ancora piacere a volare, a girare e ad atterrare, con un colpo
rotolarsi giusto prima di toccare terra. “Quando
loro sentiranno”, pensò, “saranno pazzi di gioia”. D’ora
in poi vivere sarà più interessante! Altro che seguire le barche da
pesca per vivere! Noi avremo una nuova ragione di vita, ci solleveremo
dalla nostra ignoranza, accorgendoci che siamo creature intelligenti e
abili, saremo liberi. Possiamo
essere liberi! Possiamo volare!
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